Marina De Juli

Giullarata medievale tra i viaggi di Marco Polo

di e con Marina De Juli

Quando Rustichello da Pisa, prigioniero nelle carceri genovesi, narra le avventure di Marco Polo ne “Il Milione”, si rivolge agli imperatori, ai re, duchi, marchesi, conti e cavalieri. Noi, invece, abbiamo scelto di raccontare questa storia al popolo, a quel popolo che spesso s’imbratta nello sterco, ma che sa anche ridere delle proprie disgrazie.

Ve la narriamo attraverso il linguaggio riinventato della giullarata e la musica popolare.

L’ aspetto musicale si affianca a quello teatrale proprio come un compagno di viaggio: il gruppo CANTO ANTICO ha realizzato musiche originali ispirate a culture e tradizioni diverse come quella dei canti “ a ffronna” campani, i canti di lavoro salentini, i canti dei marinai e dei “briganti” greci e danze pervase dalla spiritualità della più profonda cultura araba. Non citazioni, ma re-interpretazioni di linguaggi già da tempo frequentati ed amati dai componenti del gruppo.

In scena una giullaressa racconta una storia di vita quotidiana nella Venezia della seconda metà del 1200, in quel medioevo fatto di grandi paure, grandi invenzioni e grandi viaggi. Una Venezia nella quale sbarcano i crociati e i mercanti di seta, di spezie, provenienti dall’India e dalla Persia: il suo molo è zeppo di trafficanti di piazza, tessitori di lana, vetrai, marinai… di ladri, prostitute, musici e giullari.

Lì una bambina, tutti i giorni, aspetta la madre che si vende ai marinai.

Anche un altro ragazzino aspetta. Non è figlio di una prostituta, ma di un mercante partito tempo prima per le Indie. Il suo nome è Marco.

Inizia così una storia, ironica, amara e a volte grottesca che porterà i protagonisti verso la terra del Catai, terra di ricchezza, di abbondanza… ma sarà veramente la terra della speranza?

HANNO SCRITTO:

La LibertàDe Juli, filosofia carnascialesca. Grande successo per l’attrice di scena a Bobbio. La De Juli è carnascialesca, ha ben capito con intelligenza che ignorare il principio del riso popolare medievale porta a snaturarne l’evoluzione storica: lo incarna e lo declina a pieno nella sua ricerca in cui nulla è al caso, nei guizzi di uno sguardo mordace e tenace. CantoAntico ha incorniciato le parole dell’attrice con strumenti, ritmi popolari, danze e virtuosismi esatti e appassionati, con la ricerca costante di quelle sonorità proprie del patrimonio culturale di un popolo. Culture e tradizioni diverse si confrontano sul palco.

Giornale di BresciaLa Sgrìsola che incantò il Catai. La De Juli è un fenomeno naturale in atto… il pubblico è coinvolto e conquistato dalle meraviglie delle leggende e più ancora da lei che ci racconta il Milione visto con gli occhi di una povera donna mentre i Canto Antico con tamburi, flauti, pifferi e chitarra portano il sapore popolare del sud Italia in un grande miscuglio interculturale. Il pregio della De Juli attrice e drammaturga è che le cose in scena non le dice, le suggerisce man mano. Tanto che sulle prime potremmo credere a un registro puramente comico…  Ma nel sorriso sgranato della De Juli esce fuori chiara una vitalità e una risata che sono anche rabbia.